Dopo dieci giorni di guerra asimmetrica con oltre 200 palestinesi uccisi e 12 vittime israeliane in questa puntata di Checkpoint analizziamo insieme al professor Francesco Strazzari del Sant’Anna di Pisa cosa possa definirsi vittoria, sia per Israele sia per Hamas. Nel nostro fact-checking abbiamo cercato di ricostruire il peso dei i gruppi estremisti su Whatsapp nell’organizzare le aggressioni contro gli arabi israeliani nelle città a popolazione mista. Abbiamo parlato anche dell’emergenza migranti a Ceuta, l’enclave spagnola in Marocco, con le accuse a Rabat di aver ridotto il controllo sulle frontiere in risposta alla decisione di Madrid di ospitare per cure mediche un leader del fronte Polisario, il movimento nazionalista che da decenni chiede al governo marocchino l’indipendenza del Sahara Occidentale.
Daily Archives: maggio 19, 2021
Verso il cessate il fuoco?
Per mettere fine al conflitto che, entrato nella seconda settimana, è costato la vita a oltre 200 palestinesi e a 12 israeliani l’Egitto ha proposto un cessate il fuoco tra Israele e Hamas che potrebbe entrare in vigore da giovedì. E’ un’opzione possibile? E cosa succederà dopo a Gaza, nelle città dentro i confini israeliani in cui ci sono stati per la prima volta scontri violentissimi tra ebrei e arabi israeliani? Lo abbiamo chiesto a Tal Schneider – giornalista esperta di politica e relazioni diplomatiche del Times of Israel, in collegamento con noi da Tel Aviv – e a Christian Elia – condirettore della rivista di approfondimento Q Code Mag che più volte è stato a Gaza per seguire le operazioni militari e raccontare la vita dei civili nella Striscia. E ancora: sui social media, con un video che mostra bambini truccati con sangue finto, si accusano i palestinesi di mentire sul numero dei feriti per ottenere supporto dell’opinione pubblica – nel nostro fact-checking abbiamo dimostrato che la notizia è falsa (anche se il video è vero: risale al 2017 e si tratta di un’esercitazione medica).