Biden in Europa

E’ iniziata la maratona diplomatica del presidente americano Joe Biden in Europa partendo da Roma: il primo incontro da presidente USA con il Papa Francesco seguito da uno scoglio diplomatico superato con il presidente francese Macron. In vista del G20 ospitato dall’Italia e il summit sul clima a Glasgow Cop26, il viaggio di Biden in Europa basterà per rafforzare il suo impegno lanciato “L’America è tornata”?

Ne parliamo con Giampiero Gramaglia, consigliere dell’Istituto Affari Internazionali

Conduce Marina Lalovic

Covid19: la nuova ondata nell’est Europa

Scatta un nuovo mini lockdown a Mosca dopo il record dei morti dovuti al COVID19. E poi Slovenia, Croazia, Serbia dove soltanto pochi mesi fa si viaggiava per vaccinarsi, Romania, Bulgaria: preoccupa la nuova disastrosa ondata della pandemia. Qual è la situazione in questi paesi e perché questo nuovo picco dei contagi?

Parliamo con Giorgio Fruscione, analista Ispi per i Balcani e Francesco Martino, corrispondente da Sofia dell’Osservatorio Balcani e Caucaso

Conduce Marina Lalovic

Biden può “vincere” al G20?

Prima di partire per l’Europa il presidente Joe Biden ha tentato fino all’ultimo di arrivare ad un accordo sulla sua agenda sul clima ma l’intesa con i democratici sembra ancora lontana. Questo impasse rischia di compromettere la sua leadership durante il G20 di Roma e, subito dopo, durante la COP26 di Glasgow? Ne abbiamo parlato con Giovanni Borgognone, professore dell’Università di Torino ed esperto di questioni statunitensi secondo cui – su temi globali come il clima e la lotta alla pandemia – l’America First di di Trump non è per nulla tramontato. John Podesta – ex capo di gabinetto dell’amministrazione Clinton ed ex consigliere di Obama – in un’intervista rilasciata ad Andrea Gerli sottolinea le dinamiche globali – “non esiste alcuna intesa sul clima senza la Cina”. Al centro della puntata anche la cerimonia, presieduta da Emmanuel Macron, che simbolicamente restituisce al Benin 26 opere d’arte saccheggiate in epoca coloniale.

Verso la catastrofe climatica

A meno di una settimana dalla conferenza sul clima di Glasgow, il monito del segretario generale Onu: “L’era delle false promesse deve finire”. L’allarme gli scienziati: insufficienti gli impegni per dimezzare le emissioni annuali di gas serra. A Glasgow la speculazione alberghiera impedisce la partecipazione di delegati dai Paesi più poveri.

Ospite: Giuseppe Onufrio, direttore di Greenpeace Italia.

Conduce Emma Farnè

Cosa lega il golpe in Sudan al G20

Nelle ultime ore il premier sudanese è stato arrestato (insieme ad alcuni ministri), il governo provvisorio è stato sciolto e il generale al Burhan (che fino a ieri era a capo del Consiglio Sovrano) ha presto il potere. Gli Stati Uniti – che dopo la caduta di al Bashir hanno tolto il Sudan dalla lista dei fiancheggiatori del terrorismo – hanno sospeso gli aiuti economici. “Ora Khartoum guarderà principalmente ai Paesi del Golfo per avere sostegno politico ed economico” ha spiegato l’ex viceministro degli Esteri Mario Giro, ricordando come il Paese sia uno snodo cruciale anche per le migrazioni, uno dei temi sul tavolo del G20 di Roma insieme alla ripresa economica, alla gestione globale della pandemia e alla lotta al cambiamento climatico.

Perché sono tornate le proteste in Sudan?

A tre anni dalla caduta di Omar al Bashir il Sudan vede tornare la scarsità di generi alimentari, con i prezzi arrivati del pane quintuplicati, e le proteste di piazza: un sit in pro militari cui è seguita una manifestazione a sostegno della democrazia. Mohamed Nonni – fondatore di Urby TV, piattaforma che racconta il continente africano in Italia – ha ricordato il contesto politico (il governo di transizione composto sia da civili sia da militari) e le motivazioni dei giovani. Al centro della puntata anche il clima: da una parte il movimento Fridays for Future che guarda alla COP26 di Glasgow e dall’altra i governi che – ha scoperto BBC – fanno pressioni sugli scienziati Onu per cambiare il report sul cambiamento climatico.

La guerra ibrida ai confini dell’UE

E’ un ragazzo 19-enne siriano morto, l’ultimo identificato al confine fra la Bielorussia e la Polonia. E’ l’ottava vittima da questa estate al confine con l’UE della cosiddetta guerra ibrida che si conduce alle porte dell’Europa. Da una parte spinti dal presidente bielorusso Lukashenko e dall’altra bloccati dai muri eretti dai paesi dell’UE.

Ne parliamo con Nello Scavo, giornalista e inviato del quotidiano Avvenire

Ci spostiamo poi sulla rotta balcanica, al confine fra la Bosnia e la Croazia. Una recente inchiesta giornalistica ha dimostrato gli abusi della polizia croata sui migranti che tentano di attraversare questo confine. Cosa è cambiato da allora, lo abbiamo chiesto alla capa della missione dell’Organizzazione mondiale delle Migrazioni in Bosnia ed Erzegovina, Laura Lungarotti

Conduce Marina Lalovic

Il braccio di ferro tra Cina e Taiwan

Tra Pechino e Taipei tensione mai così alta negli ultimi 40 anni. E l’isola diventa teatro di una nuova sfida globale tra Stati Uniti e Cina, con al centro anche la catena di produzione dell’industria elettronica.

Ospite: Federico Rampini, giornalista

Conduce Emma Farnè

Crisi energetica in Europa

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La settimana inizia con nuovi rincari sul gas naturale. Più 18 per cento per una materia prima energetica su cui le quotazioni sono quintuplicate rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. La crisi energetica in Europa da cosa deriva e quanto ne è responsabile la Russia? L’attivazione del gasdotto NordStream2 potrebbe arginare questa crisi?

Parliamo con Davide Tabarelli, presidente di Nomisma Energia

Conduce Marina Lalovic

In Tunisia la carne è un bene di lusso

Per la prima volta nella sua storia la Tunisia ha un premier donna, Najla Bouden. Nato nel pieno dei una crisi istituzionale – lo scorso luglio il presidente Saied ha destituito il primo ministro, sospeso il Parlamento e concentrato nelle sue mani il potere legislativo e giudiziario – questo governo deve dare una risposta alla crisi economica e alla corruzione. Con Leila Belhadj Mohamed – curatrice del podcast di geopolitica Matassa, collegata con noi da Mahdia – abbiamo spiegato gli effetti di questa crisi sulle famiglie e sul loro potere d’acquisto e affrontato anche la questione dei rapporti tra Italia e Tunisia e la gestione delle migrazioni. In primo piano anche la Cina degli anni 90, quella delle piccole e medie città industriali ora abbandonate: nella sua prima graphic novel la fumettista Yi Yang torna con la memoria alla sua città d’origine e disegna un racconto per immagini in cui intreccia avventure itineranti, criminalità soft, cinismo e amicizia profonda.