Anatomia del conflitto appena riesploso in Medio Oriente con Barack Ravid, giornalista israeliano delle testate Walla e Axios, tra le voci più indipendenti e lucide nell’interpretare l’attuale fase. Hamas, spiega, è ormai in grado di produrre in autonomia armi sofisticate, con gittata fino a 200 chilometri. I fondi arrivano da Iran e Qatar, ma c’è anche l’autofinanziamento sottoforma di gabelle al valico di Rafah. La potenza di fuoco dell’organizzazione terroristica, con decine di razzi sparati contemporaneamente per penetrare il sofisticato sistema antimissile del nemico, non ha precedenti nei passati confronti.
La guerra è l’epilogo di settimane di tensione culminate con il tentativo delle autorità israeliane di sgomberare quattro famiglie arabe di Gerusalemme Est in nome di presunti diritti di proprietà vantati da famiglie ebree e avallati da una legge, secondo il giornalista, obsoleta e discriminatoria. Secondo Ravid, ben più dei razzi dovrebbe preoccupare la faglia sempre più profonda tra la maggioranza ebrea della società israeliana e la minoranza araba, oppressa e marginalizzata. Una minaccia interna che si sta materializzando in guerriglia urbana in molte città dello Stato ebraico.
Conduce Ilario Piagnerelli.