Si sa molto poco dell’attacco terroristico di Palma in Mozambico, iniziato mercoledì e forse ancora in corso. L’Isis ha rivendicato, dicendo di aver ucciso 55 persone tra “soldati mozambicani, cristiani e occidentali” e di essere ancora in controllo della città costiera, cosa che invece l’esercito di Maputo nega. L’evacuazione rocambolesca degli occidentali, lavoratori di varie società di idrocarburi tra cui l’Eni, ha ricordato l’operazione Dynamo a Dunkerque. Non sono circolate immagini di rilievo, ma i sopravvissuti hanno parlato di corpi decapitati sulla spiaggia. Palma si trova a circa 50 chilometri da Afungi, località dove è stato avviato un progetto di sfruttamento di un giacimento di gas naturale che vede come capofila la multinazionale francese Total. Con Francesco Strazzari, docente di relazioni internazionali presso la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, facciamo il punto sui gruppi terroristici di questa e di altre parti del continente africano, terreno di conquista del radicalismo islamico. Conduce Ilario Piagnerelli.
Suez. Il Canale bloccato. Quali conseguenze?
E’ ancora chiuso il canale di Suez, bloccato da una immensa portacontainer in avaria. All’opera la stessa società che ha rimosso la Costa Concordia dal Giglio, ma nessuno sa dire quali saranno i tempi. Dall’istmo passano dieci miliardi di dollari di merci al giorno e il 40 per cento dell’import/export italiano. Gli operatori economici stano iniziando a valutare il cosiddetto “reshoring”. Davide Tentori, ricercatore presso l’osservatorio geoeconomia dell’ISPI, ci spiega di cosa si tratta. Idea millenaria realizzata nell’Ottocento, crocevia di merci e di storia, non è la prima volta che il Canale si ferma. Non ci fu solo la crisi di Suez del 56. Alberto Negri ci racconta la storia delle navi bloccate per otto anni con i marinai a bordo dopo la Guerra dei sei giorni. Conduce Ilario Piagnerelli.
Biden si affaccia in Europa
Biden, primo presidente americano dopo tanti anni, partecipa al vertice dell’Unione Europea. Sul tavolo l’agenda transatlantica: clima, commercio, rapporti con Russia, Cina, Turchia. E la distribuzione mondiale dei vaccini anticovid. Ci sarà la mano tesa verso l’Europa?
Conduce Laura Tangherlini
Usa e Ue: Geopolitica dei vaccini
La tensione sull’export di vaccini. La stretta di Bruxelles alla vigilia del vertice Ue. La mano tesa di Biden verso l’Europa. I vaccini anti-Covid sono sempre più strumento di geopolitica e influenza, in uno scacchiere conteso anche da Cina e Russia.
Ospite Federico Rampini, corrispondente di La Repubblica da New York.
Conduce Emma Farnè
Israele. Fragili equilibri, ma sempre più a destra
Il Likud del premier israeliano, Benjamin Netanyahu, conquista 31 seggi alle elezioni, si conferma primo partito e con l’aiuto del liberista conservatore Naftali Bennett potrebbe raggiungere la maggioranza di 61 seggi necessaria per formare un governo di destra tra i più radicali che lo Stato ebraico abbia mai conosciuto. Ad appoggiare il premier, in sella da 12 anni, partiti ultra-ortodossi e ultra-nazionalisti. Sotto accusa per mala gestione della crisi covid-19 durante la prima fase della pandemia, l’eterno “Bibi” si è riscattato con la campagna vaccinale più efficace al mondo. Con Claudia De Martino, esperta di Medio Oriente, e Menachem Gantz, ex corrispondente dall’Italia del primo quotidiano israeliano e oggi consulente nei rapporti Italia-Israele, analizziamo i risvolti interni ed esteri del voto israeliano.
Il malcontento in Europa
Si protesta in Europa contro le nuove misure del lockdown, introdotte per affrontare la terza ondata del Covid19. Al malcontento dei cittadini si aggiunge anche la lentezza del processo vaccinale europeo. Siamo andati in Germania per capire le ragioni della campagna vaccinale poco efficiente anche nel paese che si contraddistingue per l’eccellenza organizzativa, all’indomani delle forti manifestazioni organizzate contro le restrizioni che rimarranno in vigore fino al 18 aprile.
Ne abbiamo parlato con Lorenzo Monfregola, giornalista, collabora con il Tascabile, Aspenia, in collegamento da Berlino
Conduce Marina Lalovic
Libia, dieci anni dopo l’intervento della Nato
A 10 anni dall’intervento della Nato in Libia torniamo in paese nordafricano per capire la situazione attuale anche con il nuovo governo di transizione appena insediatosi. Cosa è oggi la Libia, quali responsabilità della comunità internazionale e ci sarà lo spazio per una politica europea comune in futuro?
Ne abbiamo parlato con Nancy Porsia, giornalista, esperta di Libia
Conduce Marina Lalovic
Russia Stati Uniti: è guerra diplomatica?
E’ davvero crisi diplomatica tra Washington e Mosca dopo le dichiarazioni di Biden su Putin e l’attacco del segretario di Stato americano Blinken al progetto geopolitico russo di costruzione del gasdotto Nord Stream 2? E cosa accadrà con l’Europa e la Cina nel prossimo futuro delle relazioni internazionali? Intanto l’Ema rassicura su efficacia e sicurezza di Astrazeneca, mentre negli Stati Uniti la vaccinazione procede a gonfie vele
Conduce Laura Tangherlini
Vaccini in Europa: Tensioni, stop e ritardi
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Lo stop alle amministrazioni del vaccino Astrazeneca. I ritardi nelle consegne delle case farmaceutiche. Un piano vaccinazioni a rilento, mentre molti Paesi sono ancora in lockdown. Intanto si riaccende lo scontro tra l’Unione Europea e il Regno Unito per l’export di vaccini.
Ne abbiamo parlato con Sibilia Quilici, direttore esecutivo di Vaccines Europe, gruppo specializzato sui vaccini all’interno della Efpia, la federazione europea delle industrie e associazioni farmaceutiche.
Conduce Emma Farnè
AstraZeneca, il “vaccino di Oxford” chiave del successo inglese
Il premier britannico Boris Johnson difende il vaccino anti-Covid di AstraZeneca: “E’ sicuro e lavora estremamente bene”. Nel Regno Unito il “vaccino di Oxford” è diventato una bandiera politica, spiega il prof. Andrea Mammone, storico della University of London. Sono 11 milioni i sudditi vaccinati con il preparato made in Britain, senza che venissero segnalati eventi avversi. Una parte della stampa britannica si chiede dunque se lo stop temporaneo imposto dall’Europa alle somministrazioni non sia una ritorsione europea per la Brexit. Di sicuro, grazie le preziose fiale della casa anglo-svedese, Johnson sta riuscendo a far dimenticare il triste primato nel numero di vittime del suo Paese.