Biden, un anno dop

A un anno dalla vittoria di Biden alle presidenziali USA, i democratici perdono alle elezioni amministrative nello stato della Virginia che tenevano negli ultimi 12 anni. Vince il candidato repubblicano Glenn Youngkin. Emergono i nuovi volti dei sindaci democratici di New York e Boston. Minneapolis la città di George Floyd ucciso a maggio del 2020, boccia il referendum sulla riforma del dipartimento di polizia. Quale bilancio di queste ultime elezioni amministrative? E quanto il loro risultato rappresenta un segnale del declino della presidenza Biden in vista alle elezioni di medio termine il prossimo anno?

Ne parliamo con Antonio Di Bella, corrispondente, in collegamento da Washington e con professore Giovanni Borgognone, insegna storia della democrazia USA all’Università di Torino

Conduce Marina Lalovic

Bolsonaro fra la contestazione e la deforestazione

Alla Cop26 di Glasgow oltre cento leader del mondo, che guidano i Paesi ospitanti l’86% delle foreste del globo, si sono impegnati a stroncare la deforestazione entro il 2030. Fra i firmatari anche Brasile, il paese accusato per la massiccia deforestazione dell’Amazzonia soprattutto sotto la presidenza Bolsonaro. Il presidente brasiliano non ha partecipato alla conferenza di Glasgow ma ha utilizzato la sua visita al G20 di Roma per visitare la città dei suoi antenati. Contestato a Padova e Pistoia anche a casa non lo risparmiano dalle critiche e dall’inchiesta avviata per la cattiva gestione del Covid19.

Ne parliamo con Emiliano Guanella, giornalista, in collegamento da San Paolo

Conduce Marina Lalovic

Attentati e malnutrizione, piaghe d’Afganistan

 

Secondo le Nazioni Unite metà della popolazione sarà letteralmente a rischio di morire di fame durante il lungo inverno afghano. Negli ospedali si allungano le file di madri con in braccio bambini scheletriti. Intanto sembra inarrestabile Isis-K, branca locale dello Stato islamico. La situazione in diretta da Kabul con la giornalista e scrittrice Gaja Pellegrini Bettoli.

Biden in Europa

E’ iniziata la maratona diplomatica del presidente americano Joe Biden in Europa partendo da Roma: il primo incontro da presidente USA con il Papa Francesco seguito da uno scoglio diplomatico superato con il presidente francese Macron. In vista del G20 ospitato dall’Italia e il summit sul clima a Glasgow Cop26, il viaggio di Biden in Europa basterà per rafforzare il suo impegno lanciato “L’America è tornata”?

Ne parliamo con Giampiero Gramaglia, consigliere dell’Istituto Affari Internazionali

Conduce Marina Lalovic

Covid19: la nuova ondata nell’est Europa

Scatta un nuovo mini lockdown a Mosca dopo il record dei morti dovuti al COVID19. E poi Slovenia, Croazia, Serbia dove soltanto pochi mesi fa si viaggiava per vaccinarsi, Romania, Bulgaria: preoccupa la nuova disastrosa ondata della pandemia. Qual è la situazione in questi paesi e perché questo nuovo picco dei contagi?

Parliamo con Giorgio Fruscione, analista Ispi per i Balcani e Francesco Martino, corrispondente da Sofia dell’Osservatorio Balcani e Caucaso

Conduce Marina Lalovic

Biden può “vincere” al G20?

Prima di partire per l’Europa il presidente Joe Biden ha tentato fino all’ultimo di arrivare ad un accordo sulla sua agenda sul clima ma l’intesa con i democratici sembra ancora lontana. Questo impasse rischia di compromettere la sua leadership durante il G20 di Roma e, subito dopo, durante la COP26 di Glasgow? Ne abbiamo parlato con Giovanni Borgognone, professore dell’Università di Torino ed esperto di questioni statunitensi secondo cui – su temi globali come il clima e la lotta alla pandemia – l’America First di di Trump non è per nulla tramontato. John Podesta – ex capo di gabinetto dell’amministrazione Clinton ed ex consigliere di Obama – in un’intervista rilasciata ad Andrea Gerli sottolinea le dinamiche globali – “non esiste alcuna intesa sul clima senza la Cina”. Al centro della puntata anche la cerimonia, presieduta da Emmanuel Macron, che simbolicamente restituisce al Benin 26 opere d’arte saccheggiate in epoca coloniale.

Verso la catastrofe climatica

A meno di una settimana dalla conferenza sul clima di Glasgow, il monito del segretario generale Onu: “L’era delle false promesse deve finire”. L’allarme gli scienziati: insufficienti gli impegni per dimezzare le emissioni annuali di gas serra. A Glasgow la speculazione alberghiera impedisce la partecipazione di delegati dai Paesi più poveri.

Ospite: Giuseppe Onufrio, direttore di Greenpeace Italia.

Conduce Emma Farnè

Cosa lega il golpe in Sudan al G20

Nelle ultime ore il premier sudanese è stato arrestato (insieme ad alcuni ministri), il governo provvisorio è stato sciolto e il generale al Burhan (che fino a ieri era a capo del Consiglio Sovrano) ha presto il potere. Gli Stati Uniti – che dopo la caduta di al Bashir hanno tolto il Sudan dalla lista dei fiancheggiatori del terrorismo – hanno sospeso gli aiuti economici. “Ora Khartoum guarderà principalmente ai Paesi del Golfo per avere sostegno politico ed economico” ha spiegato l’ex viceministro degli Esteri Mario Giro, ricordando come il Paese sia uno snodo cruciale anche per le migrazioni, uno dei temi sul tavolo del G20 di Roma insieme alla ripresa economica, alla gestione globale della pandemia e alla lotta al cambiamento climatico.

Perché sono tornate le proteste in Sudan?

A tre anni dalla caduta di Omar al Bashir il Sudan vede tornare la scarsità di generi alimentari, con i prezzi arrivati del pane quintuplicati, e le proteste di piazza: un sit in pro militari cui è seguita una manifestazione a sostegno della democrazia. Mohamed Nonni – fondatore di Urby TV, piattaforma che racconta il continente africano in Italia – ha ricordato il contesto politico (il governo di transizione composto sia da civili sia da militari) e le motivazioni dei giovani. Al centro della puntata anche il clima: da una parte il movimento Fridays for Future che guarda alla COP26 di Glasgow e dall’altra i governi che – ha scoperto BBC – fanno pressioni sugli scienziati Onu per cambiare il report sul cambiamento climatico.

La guerra ibrida ai confini dell’UE

E’ un ragazzo 19-enne siriano morto, l’ultimo identificato al confine fra la Bielorussia e la Polonia. E’ l’ottava vittima da questa estate al confine con l’UE della cosiddetta guerra ibrida che si conduce alle porte dell’Europa. Da una parte spinti dal presidente bielorusso Lukashenko e dall’altra bloccati dai muri eretti dai paesi dell’UE.

Ne parliamo con Nello Scavo, giornalista e inviato del quotidiano Avvenire

Ci spostiamo poi sulla rotta balcanica, al confine fra la Bosnia e la Croazia. Una recente inchiesta giornalistica ha dimostrato gli abusi della polizia croata sui migranti che tentano di attraversare questo confine. Cosa è cambiato da allora, lo abbiamo chiesto alla capa della missione dell’Organizzazione mondiale delle Migrazioni in Bosnia ed Erzegovina, Laura Lungarotti

Conduce Marina Lalovic