Qualcosa si muove sul rispetto della privacy in Cina. Un tribunale ha dato ragione a un docente universitario, Guo Bing, che nel 2019 aveva fatto causa al safari park di Hangzhou per l’utilizzo di camere a riconoscimento facciale. Dovrà essere risarcito e i suoi dati andranno cancellati. Tuttavia Guo Bing farà ricorso perché la corte non ha accettato un’altra sua richiesta: informare gli utenti delle registrazioni video. La notizia è stata data anche dai giornali ufficiali. Con Simone Pieranni del Manifesto ci chiediamo se qualcosa stia cambiando nella strategia di controllo totale perseguita da Pechino con enormi investimenti tecnologici. In chiusura di puntata, la prima parte del reportage esclusivo della CNN dal Myanmar, Paese sprofondato nei disordini dopo il colpo di stato militare. L’inviata Clarissa Ward deve arginare l’invadenza della guida locale assegnatale dalle autorità, il cui scopo è manipolare e orientare il lavoro della giornalista. Nonostante il tentativo di censura, saranno i birmani stessi ad avvicinarsi alla telecamera e a denunciare la repressione, a rischio della propria vita. Conduce Ilario Piagnerelli.
Videosorveglianza. Storica sentenza in Cina
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