L’annuncio ufficiale del presidente Joe Biden è arrivato: entro l’11 settembre, a 20 anni esatti dall’attacco alle Torri Gemelle, gli Stati Uniti completeranno il ritiro dall’Afghanistan: “E’ giunto il momento di scrivere la parola fine – ha detto – abbiamo raggiunto i nostri obiettivi dieci anni fa con l’uccisione di Bin Laden”. Cosa significa per l’Afghanistan? E’ stato un successo o un fallimento? Aumenta il rischio terrorismo? Nella prima parte della trasmissione Huma Saeed, ricercatrice del Sant’Anna di Pisa ci ha aiutato a rispondere a queste domande e a delineare un futuro per il Paese. Focus della seconda parte il processo a Derek Chauvin per l’omicidio di George Floyd, entrato nella terza settimana –Camila Bernal, giornalista della CNN che lo segue dal primo giorno ci ha aggiornato sulle ultime testimonianze e sull’impatto che sta avendo sul pubblico. C’è grande attesa per il verdetto, quei 9 minuti in cui l’agente ha premuto il ginocchio sul collo del 46enne afroamericano sono diventati simbolo della violenza della polizia e del razzismo sistemico. Con Marta Ciccolari Micaldi, giornalista ed esperta di letteratura statunitense, abbiamo raccontato come questi temi e la loro decostruzione entri nell’immaginario collettivo attraverso libri, podcast e media.
Monthly Archives: aprile 2021
Videosorveglianza. Storica sentenza in Cina
Qualcosa si muove sul rispetto della privacy in Cina. Un tribunale ha dato ragione a un docente universitario, Guo Bing, che nel 2019 aveva fatto causa al safari park di Hangzhou per l’utilizzo di camere a riconoscimento facciale. Dovrà essere risarcito e i suoi dati andranno cancellati. Tuttavia Guo Bing farà ricorso perché la corte non ha accettato un’altra sua richiesta: informare gli utenti delle registrazioni video. La notizia è stata data anche dai giornali ufficiali. Con Simone Pieranni del Manifesto ci chiediamo se qualcosa stia cambiando nella strategia di controllo totale perseguita da Pechino con enormi investimenti tecnologici. In chiusura di puntata, la prima parte del reportage esclusivo della CNN dal Myanmar, Paese sprofondato nei disordini dopo il colpo di stato militare. L’inviata Clarissa Ward deve arginare l’invadenza della guida locale assegnatale dalle autorità, il cui scopo è manipolare e orientare il lavoro della giornalista. Nonostante il tentativo di censura, saranno i birmani stessi ad avvicinarsi alla telecamera e a denunciare la repressione, a rischio della propria vita. Conduce Ilario Piagnerelli.
Vaccini. E’ ora di cedere i brevetti?
Mentre la campagna vaccinale arranca, in Europa e in quasi tutto il mondo, aumenta la pressione sulle case farmaceutiche perché cedano i brevetti in modo da permettere di produrre di più e in più Paesi. Capofila India e Sudafrica, due terzi dei Paesi membri dell’Organizzazione mondiale del commercio si sono pronunciati a favore della sospensione della proprietà intellettuale. Una misura giustificata da considerazioni di ordine etico, economico e, non ultimo, dalla grande quantità di denaro pubblico che “Big Pharma” ha ricevuto dai governi di tutto il mondo per lo sviluppo dei vaccini, come spiega Nicoletta Dentico, giornalista esperta di diritto della salute. L’inviata Marina Lalovic ci porta in Serbia, Paese al centro delle cronache per la sua ampia disponibilità di vaccini, da quelli occidentali a quelli russi e cinesi, offerti anche agli stranieri. Infine un’esclusiva CNN dalla rovente regione ucraina del Donbass, ai cui confini Mosca sta ammassando migliaia di truppe, ufficialmente per un’esercitazione. In trincea tra i soldati, il presidente ucraino Volodymyr Zelenskyj: “Mosca può colpire da un momento all’altro”, dice al reporter.
Conduce Ilario Piagnerelli
Russia-Ucraina: rischio escalation nel Donbass
A sette anni dall’inizio dei primi scontri armati a Donbass, nell’est dell’Ucraina, si intensificano le attività militari su entrambi i lati. Il pericolo di un conflitto aperto tra Russia e Ucraina sembra di nuovo all’ordine del giorno.
Quali sono le cause di questa nuova escalation e perché proprio ora?
Ne parliamo con Oleksey Bondarenko, ricercatore esperto di Ucraina, Russia, Asia Centrale e dello spazio post-sovietico, Università di Kent (GB)
Conduce Marina Lalovic
Colombia-Venezuela: è l’emergenza umanitaria
Sono quasi cinque mila gli sfollati fuggiti dal Venezuela in Colombia dopo che l’esercito venezuelano ha lanciato un’operazione contro gruppi armati vicino al confine.
La crisi venezuelana negli ultimi tre anni ha prodotto un numero di rifugiati – circa 5 milioni – pari al numero di rifugiati siriani in dieci anni di conflitto. Quello di questi giorni è il più grande esodo dal Venezuela dall’inizio dell’anno e le cifre sono purtroppo destinate a crescere.
Un’emergenza che deriva dai combattimenti alla frontiera con il Venezuela.
Al centro, come sempre, la popolazione civile – colombiana e venezuelana – la mancanza di rispetto dei diritti umani e il riempimento di un “vuoto territoriale” seguito alla firma degli accordi di pace del 2016.
Ne parliamo con Stefano Pozzebon, corrispondente CNN da Bogotà
Conduce Marina Lalovic
Tigray. Sospetti di genocidio
C’è chi inizia a parlare di genocidio riguardo all’offensiva delle forze etiopi nella regione ribelle del Tigray. A Checkpoint l’esclusiva CNN, di cui RaiNews24 è partner internazionale, su un massacro avvenuto nella località di Mahibere Dego: l’uccisione a sangue freddo di più di trenta uomini disarmati. Le prove, insomma, di un crimine di guerra. Da un campo profughi nel Sud del Paese, donne tigrine raccontano intanto di aver subito violenza da quelle stesse truppe. Il gigante africano, secondo solo alla Nigeria per popolazione, coltiva anche grandi ambizioni in campo economico, simboleggiate dalla mega-diga sul Nilo “Grand Ethiopian Renaissance”. L’opera costituisce un rischio esistenziale per l’Egitto che, assieme al Sudan, chiede invano ad Addis Abeba di rallentarne il riempimento, ancora in corso. Dove va l’Etiopia del premio Nobel per la pace Abiy Ahmed? Il punto di Francesco Strazzari, della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa. Conduce Ilario Piagnerelli.
Libia. E’ il momento di ricostruire
Il viaggio di Draghi in Libia, il primo all’estero del presidente del Consiglio, scommette su Abdul Hamid Dbeibah, anch’egli neo-premier e con un passato nel mondo degli affari, e sulla potenza di fuoco delle imprese italiane. Roma promette infrastrutture, dall’autostrada costiera alla ricostruzione dell’aeroporto di Tripoli, cooperazione nella sanità e nella cultura, aiuto nel controllo dei confini, nel nome di una “antica amicizia”. Le sfide sono tante, da quella della stabilità politica – Dbeibah è leader ad interim, il Paese va al voto a dicembre – a quella della sicurezza, con le fazioni tutt’altro che smilitarizzate, all’immigrazione. Aspetti che analizziamo con Luca Raineri, docente di Security Studies e Relazioni Internazionali alla Scuola superiore Sant’Anna di Pisa. Con un occhio al Sahel, la fascia di Paesi a Sud della Libia, crocevia di immigrazione e terra di conquista del terrorismo. Conduce Ilario Piagnerelli
Lo scandalo dello spionaggio russo in Italia
L’ultimo episodio di spionaggio russo in un Paese europeo, ha fatto salire la tensione tra Roma e Russia. Alla fuga di documenti segreti è seguita l’espulsione di due diplomatici russi e l’arresto di un ufficiale della Marina italiano Walter Biot.
Lo ha definito un “atto ostile” di estrema gravità il ministro degli esteri Luigi di Maio.
A Checkpoint ci occupiamo di quello che è stato definito il più grande scandalo di spionaggio dai tempi di guerra fredda.
Iniziando dall’intervista con l’ambasciatore russo a Roma, Sergey Razov.
E poi con Mario Del Pero, docente di Storia Internazionale a Sciences Po di Parigi
Conduce Marina Lalovic