Ruanda. Mea culpa di Macron: “Ma non fummo complici”

Responsabilità sì, complicità no. Il presidente francese, Emmanuel Macron, ha riassunto così il ruolo del suo Paese nel genocidio dei Tutsi, avvenuto in Ruanda nel 1994. “Sono qui al vostro fianco, con rispetto e umiltà, per riconoscere le nostre responsabilità”, ha detto Macron in una visita ufficiale a Kigali, capitale ruandese. L’inquilino dell’Eliseo ha sottolineato che Parigi “non è stata complice” di quel massacro di oltre 800 mila persone, anche se “di fatto restò al fianco di un regime genocidario”. L’obiettivo di Macron è normalizzare le relazioni tra i due Paesi “dopo 27 anni di una distanza amara, di incomprensioni e tentativi di riavvicinamento sinceri ma senza successo”. Alla fine di marzo una commissione presieduta dallo storico Vincent Duclert, istituita da Macron nel 2019 per analizzare il ruolo svolto dalla Francia nel genocidio, ha consegnato il suo rapporto finale nelle mani del presidente. A Checkpoint l’analisi di Mariastella Rognoni, docente di storia e istituzioni dell’africa all’università di Firenze, e di Emmanuel Dupuy presidente dell’istituto Prospettive e sicurezza in Europa. Conduce Ilario Piagnerelli…

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