Vaccini dalla a alla Omicron

La nuova variante e tutti i dati su vaccini, contagi e terapie intensive. Il j’accuse del Sudafrica e dell’Unione Africana: “Puniti per aver tracciato Omicron, l’Africa abbandonata mentre l’occidente ha accumulato vaccini”. La geopolitica del coronavirus: la Cina promette un miliardo di dosi all’Africa.

Ospite: Matteo Villa, ricercatore Ispi

Conduce Emma Farnè

Il disastro afghano, le tensioni sulla Manica

In questa puntata, un aggiornamento sulla situazione afghana, dove il governo talebano sta fallendo su tutti i fronti. Gli ospedali si riempiono di bambini denutriti, l’isolamento finanziario e la chiusura dei confini fanno mancare il cibo a tavola, e il regime non riesce a tenere a bada i terroristi di Isis-K. Di recente tornata dal Paese, l’ospite Gaja Pellegrini Bettoli fa il punto per noi. E intanto attraverso le solite rotte – il Medio Oriente, la Turchia, il mare, i Balcani – arrivano in Europa i primi migranti dell’Afghanistan talebano. Alcuni sfidano le acque fredde e agitate della Manica, che segna il record attraversamenti in gommone alimentando le tensioni tra Parigi e Londra, come racconta nel suo reportage esclusivo l’inviato della CNN Cyril Vanier. Conduce Ilario Piagnerelli.

Incubo Omicron e disparità vaccinale: etica e scienza vanno di pari passo?

Il livello di rischio associato alla nuova variante di Covid19 per l’Unione Europea è “alto o medio alto” secondo l’ECDC, il Centro Europeo per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie. Il nuovo ceppo è stato rilevato principalmente in Sudafrica: “Ce lo aspettavamo – ha detto Salim Abdool Karim, ex capo della task force nazionale anti Covid e docente alla Columbia University – ma ora importante agire a livello globale”. Con Claudio Pagliara abbiamo commentato la decisione degli Stati Uniti (ma anche di Paesi come Italia e Germania) di chiudere le frontiere a chi arriva dal Sudafrica e da alcuni Paesi dell’Africa meridionale e l’urgenza con cui il presidente Joe Biden ha ribadito l’urgenza di abbandonare i brevetti sui vaccini. Il Sudafrica, insieme all’India, era stato il primo Paese a chiedere la moratoria sui brevetti per i vaccini anti Covid – perché non è arrivata? Chi è contrario e perché? Lo ha spiegato Nicoletta Dentico, responsabile di Salute Globale della Society for International Development. Al centro di questa puntata di Checkpoint anche Taiwan dove la Cina ha inviato forze navali e aeree per pattugliare lo stretto dopo l’arrivo di una delegazione del Congresso Usa: ci sentiamo la prossima Hong Kong è il messaggio che arriva dai residenti, affidato ad un servizio esclusivo di CNN.

La strage dei migranti nella Manica

Ci sono anche tre minorenni e una donna incinta, tra i 27 morti annegati nell’acqua gelida tra Calais e Dover. Erano partiti da Iraq e Iran e volevano raggiungere il Regno Unito. Dopo il naufragio, altri due barconi arrivati a Dover. Macron promette: “La Manica non diventerà il cimitero d’Europa”. Con Boris Johnon l’impegno a intensificare gli sforzi congiunti. Ma dopo Brexit, la tensione resta alta.

Ospite: Annalisa Camilli, giornalista di Internazionale.
Conduce Emma Farnè

La nuova anima tedesca

E’ stato raggiunto l’accordo per la formazione del nuovo governo tedesco che sarà guidato dal socialdemocratico Olaf Scholz. Una coalizione inedita dei tre partiti notevolmente diversi fra di loro: la cosiddetta coalizione semaforo è formata dal Partito Socialdemocratico (SPD), i Verdi e il Partito Liberaldemocratico (FDP). L’annuncio arriva a due mesi dalle elezioni avvenute il 26 settembre. La più grande economia dell’UE potrebbe avere già un governo prima di Natale. Il nuovo cancelliere sarà il leader dell’SPD, Olaf Scholz, vincitore con scarso margine alle elezioni, la cui nomina sarà votata ufficialmente dal parlamento tedesco nella seconda settimana di dicembre e che sostituirà Angela Merkel, al governo dal 2005

Ne parliamo con Lorenzo Monfregola, giornalista in collegamento da Berlino

Conduce Marina Lalovic

Etiopia – andrà al fronte il premier Abiy Ahmed?

Dura da oltre un anno il conflitto in Etiopia che ha generato una gravissima crisi umanitaria, in particolare in Tigray. Nelle ultime ore le forze del TPLF – il Fronte Popolare di Liberazione del Tigray – hanno dichiarato di essere a meno di 200 km dalla capitale Addis Abeba e il premier Abiy Ahmed si è detto pronto a guidare l’esercito al fronte. La crisi sembra essere arrivata in una fase più acuta: i governi di vari Paesi tra cui Stati Uniti e Francia hanno invitato i loro connazionali a lasciare il Paese e le Nazioni Unite hanno fatto lo stesso con i familiari del loro staff. Quali sono gli obiettivi di breve e lungo termine del premier e del TPLF? Cosa rischia il Corno d’Africa? Ne abbiamo parlato in questa puntata di Checkpoint con il professor Francesco Strazzari della Scuola Superiore Sant’Anna.

Il caso Peng Shuai. La propaganda cinese non ha più confini

Il Comitato olimpico internazionale è sotto accusa per una videochiamata. Secondo Human Rights Watch i 30 minuti del presidente del CIO Thomas Bach con la tennista cinese Peng Shuai sono un servizio alla propaganda cinese. Da quando tre settimane fa la ex campionessa mondiale del doppio ha denunciato via social le molestie subite da parte dell’ex vice-premier Zhang Gaoli, si moltiplicano gli interrogativi sua sorte. Il post era stato subito censurato dal regime e lei era sparita dalla circolazione. E’ poi ricomparsa in alcuni video ampiamente diffusi all’estero. Un tentativo, secondo i critici, di rassicurare l’opinione pubblica straniera e salvare così le prossime Olimpiadi invernali. La vicenda ripropone il tema dell’influenza di Pechino sugli organismi internazionali, già sollevato con la pandemia a proposito dell’OMS, e del pervasivo e sempre più tecnologico controllo della Rete. Ne parliamo con Giulia Pompili de Il Foglio. In questa puntata anche lo strambo discorso di Boris Johnson su Peppa Pig, chiamata in causa nel corso di un serissimo consesso di industriali, e le straordinarie immagini degli “sbarchi fantasma” in Calabria girate dalla Associated Press: una nuova rotta migratoria di cui ancora si parla ancora poco.

Conduce Ilario Piagnerelli.

Afghanistan: “sarà l’inferno in terra”

A tre mesi dalla presa dei talebani del paese, il 95% della popolazione non ha abbastanza cibo e 23 milioni di persone affrontano la peggiore crisi umanitaria al mondo.

“I prossimi sei mesi saranno catastrofici. Sarà l’inferno in terra”, ha annunciato David Beasley del PAM. La Casa Bianca rifiuta di “scongelare” gli aiuti del Fondo Monetario Internazionale destinati all’Afghanistan (450 milioni di dollari), preferendo continuare a fornire aiuti attraverso organizzazioni umanitarie indipendenti, e tagliando fuori i talebani. Intanto, il brutale inverno afgano si avvicina e la crisi umanitaria si aggrava.

Parliamo con Alda Cappelletti, Direttrice dei programmi di Intersos

Conduce Marina Lalovic

Etiopia. La guerra che sconvolgerà il Corno d’Africa


La situazione in Etiopia sembra precipitare di giorno in giorno. I ribelli del Tplf, il Fronte di liberazione popolare del Tigray, una regione settentrionale, cingono d’assedio la capitale Addis Abeba, controllando le vie d’accesso. Il segretario di Stato americano Anthony Blinken, in visita nel vicino Kenya, fa appello al cessate il fuoco e al dialogo. Ma il conflitto sembra essere ormai avviato verso una guerra civile a tutto campo tra la potente minoranza tigrina, che ha governato il Paese per trent’anni, e le truppe del primo ministro Abiy Ahmed, quest’ultimo appartenente all’etnia maggioritaria, quella degli oromo. Secondo Nicola Pedde, direttore dell’Institute of Global Studies, il Tigray punta all’indipendenza e potrebbe trascinare nel conflitto anche l’Eritrea. Il peccato originale del premier premio Nobel, spiega, è quello di aver di fatto estromesso la componente tigrina dal potere, ignorando la struttura “etno-federalista” del Paese. Il rischio all’orizzonte, dice, è quello di una balcanizzazione dell’intero Corno d’Africa. Nel frattempo la comunità etiope in Italia, come altre nel mondo, accusa i media di disinformazione e protesta ai cancelli della Rai, in quanto sarebbe succube di una narrazione filo-Tigray imposta dai grandi media internazionali. Conduce Ilario Piagnerelli.

La guerra ibrida

Al confine fra Polonia e Bielorussia è in corso una “guerra ibrida” ma cosa significa davvero? Quali sono gli interessi dietro alle diverse narrazioni di Polonia, Russia e Bielorussia? In mezzo ci sono migliaia di persone al gelo. Andrea Gerli ci spiega tutto questo con l’aiuto di Francesco Strazzari della Scuola Sant’Anna di Pisa e Marcello Pastonesi in collegamento dalla zona di confine.